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AFRICA
Crolla la produzione di caffè
In 20 anni l'esportazione di caffé dei paesi dell'Africa centro-orientale è diminuita del 34%, provocando ripercussioni economiche negative su almeno 5 Paesi delle due regioni e sulle famiglie di 22 milioni di lavoratori del settore. Lo sostiene uno studio presentato a una recente fiera del caffè tenuta ad Arusha, in Tanzania, in cui si sottolinea come tra il 1984 e il 2003 le entrate in valuta straniera derivanti dalla vendita del caffè abbiano registrato una perdita di 1,2 miliardi di dollari. I proventi del commercio del prelibato chicco - da cui deriva la miscela diffusa in tutto il mondo, originaria dello Yemen o più probabilmente dell'Etiopia – sono diminuiti in modo proporzionale al calo del prezzo del caffé sul mercato mondiale. Tra i motivi del crollo della produzione, che ha causato anche una riduzione delle colture di circa 300.000 ettari, gli esperti africani indicano la carenza di specie di piante di caffé più resistenti, mancanza di metodi di controllo sulle nuove malattie vegetali e - non ultimo – assenza di informazione sui reali prezzi di acquisto da parte dei contadini. Il caffé costituisce la spina dorsale dell'export di alcuni Paesi: Burundi (78% del totale), Rwanda (68%), Etiopia (55%) e Uganda (53%), mentre in Kenya, Tanzania e Madagascar rappresenta comunque una quota di circa il 15%.[EB]
Fonte Misna
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